Che la City fosse “un mondo a sé stante”, un microcosmo economico altrettanto, se non più complicato ancora della stessa società in generale era opinione comune nella prima metà del diciannovesimo secolo.
Ed è in quegli anni che David Morier Evans (1819-1845) compie la sua carriera di giornalista economico, prima al Times, poi quale commentatore, in particolare di politica monetaria, al Morning Herald e allo Standard.
Pubblica numerosi libri, tutti a metà tra la cronaca e la descrizione del funzionamento di quelle istituzioni della Londra vittoriana che si stava affermando quale “emporium of the world” e centro del mercato mondiale dei capitali.
Quello qui riprodotto nell’edizione del 1845 “The City, or The Physiology of London Business”, già dal titolo chiarisce il proprio obiettivo: raccontare, quasi fossero i meccanismi di un corpo, le istituzioni ed i personaggi dello square mile.
Chiarendo sin dall’introduzione che un City-man, “ whether he be a banker, merchant, broker, or speculator is to raise and amass wealth” (MMF)